SCOVOLINI CPS PRIME - DENTAL MARKET S.r.l.

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Curaprox CPS Prime
Trattamento e prevenzione
Scovolini ultrasottili e resistenti per eliminare la placca dagli spazi interdentali più stretti e in quelli concavi. Favoriscono un'ottimale stimolazione e cheratinizzazione del tessuto gengivale.

CURAPROX SCOVOLINI PRIME TURCHESE CPS 06
CURAPROX SCOVOLINI PRIME ROSSO CPS 07
CURAPROX SCOVOLINI PRIME ROSA CPS 08
CURAPROX SCOVOLINI PRIME GIALLO CPS 09
CURAPROX SCOVOLINI PRIME VERDE CPS 011

Curaprox CPS - Scovolini Interprossimali
Curaprox CPS è la gamma più completa di Scovolini Interprossimali tecnologicamente all'avanguardia. Sicuri, confortevoli e facili da utilizzare, gli Scovolini Interprossimali Curaprox CPS sono in grado di adattarsi a qualunque spazio interdentale, per eliminare la placca nel modo più corretto anche dove i tradizionali strumenti non arrivano.

100% igiene
Le speciali setole in Tinex, perfettamente lavorate, extralunghe ed extramorbide, hanno una struttura uniforme e compatta che interviene su tutto lo spazio interprossimale permettendo una pulizia ottimale
100% resistenza
L'anima metallica offre la massima robustezza ed elasticità, assicurando una resistenza cinque volte superiore rispetto ai normali scovolini per un'elevata durata.
100% sicurezza
L'assenza di Nichel e altre sostanze allergizzanti previene il rischio di fenomeni irritativi.
100% semplicità
La base colorata in plastica facilita il ricordo degli scovolini associando a ogni misura un differente colore. Inoltre, impedisce il contatto tra manico e gengive per evitare il rischio di traumi.

La placca batterica    

La placca è un ammasso di microrganismi dannosi immersi in una "matrice" organica, prodotta cioè dalla loro attività cellulare. Non viene rimossa dall'azione detergente naturale della saliva, della lingua, dei movimenti di labbra e guance.  Si forma, indipendentemente dall'introduzione di cibo, per via di microrganismi normalmente presenti nella bocca e i residui alimentari, specialmente gli zuccheri. Si forma più facilmente nelle zone difficilmente raggiungibili dagli strumenti di igiene orale meccanica. Nonostante possa essere completamente rimossa, la placca tende a riformarsi nel giro di pochi minuti: già dopo un'ora sono evidenziabili  milioni di batteri che ricominciano a colonizzare le superfici orali. Al contrario, la placca non rimossa per diversi giorni inizia a precipitare e solidificare diventando "tartaro", deposito calcificato che può essere eliminato solo dal dentista. L'unico sistema per prevenire e combattere la carie è mettere in pratica una corretta e costante igiene orale quotidiana.
ZONE IN CUI LA PLACCA SI ACCUMULA PIù FACILMENTE

LE CONSEGUENZE DELL'ACCUMULO DI PLACCA:

L'alitosi

L'alitosi è un disturbo molto fastidioso che, a seconda delle statistiche, interessa circa il 50% della popolazione mondiale. Si manifesta con l'emissione di odore sgradevole attraverso l'atto respiratorio o la fonazione, creando notevole disagio nei rapporti interpersonali perchè può portare chi ne soffre a limitare i contatti ravvicinati con il prossimo. Per capire la rilevanza della componente psicologica di questa problematica, basta dire che già nella civiltà più antiche erano indicati numerosi rimedi per combatterla.
A seconda della frequenza, si distingue tra alitosi transitoria oppure persistente.
Alitosi transitoria

Normalmente, l'odore del cavo orale può registrare delle variazioni in base all'età, alle abitudini alimentari e agli orari della giornata. In questo caso si parla di alitosi transitoria, solo temporanea e spesso causata da un pasto molto abbondante o al contrario da un prolungato periodo di digiuno, dal consumo di alimenti alitogeni come la cipolla, l'aglio e alcune spezie, dal consumo di alcool e dell'assunzione di farmaci.
Alitosi persistente
Se invece l'alitosi non è legata a momenti e situazioni particolari ma si ripresenta costantemente, si tratta di alitosi persistente che indubbiamente crea maggiori disagi. L'alitosi persistente può dipendere da alcune patologie sistemiche ma nel 90% dei casi all'origine vi sono problematiche del cavo orale, in particolare una scarsa o inappropriata igiene orale che porta a un eccessivo accumulo di placca. La decomposizione dei batteri che proliferano all'interno della placca batterica produce infatti gas e sostanze chimiche maleodoranti, i cosiddetti composti volatili sulfurei, principali responsabili dell'alito cattivo.
La carie dentaria

La carie è un processo patologico distruttivo che colpisce i tessuti duri  del dente, ovvero lo smalto e la dentina. La sua formazione è dovuta all'azione demineralizzante di alcuni metaboliti acidi prodotti dalla placca batterica: i principali batteri responsabili di questo processo fanno parte della famiglia degli Streptococchi o dei Lactobacilli. Se non intervengono fenomeni ipersensibilità al freddo e dolore, a volte ci si accorge della carie troppo tardi, solo nel caso in cui si manifesti esplicitamente con la rottura del dente, magari durante la masticazione, oppure con un ascesso dentario. L'ascesso dentario si sviluppa quando i batteri attraverso la carie riescono a penetrare nella camera pulpare, determinando la necrosi (morte) delle strutture nervose fino alla formazione di una raccolta di "pus" che genera il caratteristico gonfiore.  


Fattori che favoriscono la carie


ALIMENTAZIONE RICCA DI ZUCCHERI:
Gli zuccheri sono trasformati in acidi da alcuni tipi di batteri normalmente presenti nel cavo orale: questi acidi provocano la demineralizzazione del dente, ovvero la progressiva rimozione degli elementi che lo costituiscono e quindi l'inizio del processo carioso.
PROTESI FISSE:
In presenza di ponti o protesi mobili si formano "nicchie" in cui si accumula la placca che difficilmente le setole del tradizionale spazzolino riescono a raggiungere e bisogna ricorrere a strumenti più specifici come lo spazzolino monociuffo o lo scovolino interprossimale.
CONDIZIONI ORMONALI:

Alcune condizioni ormonali, come ad esempio le fluttuazioni che si verificano nel corso di una gravidanza, possono rendere un soggetto più suscettibile al rischio carie.









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